sabato 14 aprile 2012

Una lettera da Ashdod al Corriere della Sera


 

 דוד פרלמוטר
Gentile redazione,

E' quantomeno frustrante vivere ad Ashdod sotto i razzi dei terroristi palestinesi, aprire il sito del Corriere, le cui notizie leggo sempre con grande attenzione e notare la cura con cui vengono scelti i titoli, mostrando, in primo piano, la sofferenza dei terroristi, sempre nominati militanti, che cadono vittime della loro stessa follia. I civili palestinesi, oggi come ieri usati come scudi umani dai loro aguzzini: i jihadisti, vengono dimenticati, insieme al dolore causato agli israeliani, che difendono le loro case, le loro famiglie, la normalità di una vita senza sirene, senza esplosioni, senza attentati, senza nemici, ma soprattutto senza guerra. Il mio pensiero va anche a loro, ai palestinesi che vivono le angherie dei loro capi, che li vogliono in sofferenza, che li usano per colpire noi che siamo dall'altra parte, quei nemici deboli perchè hanno scelto la democrazia e chiedono la pace. Tanto più deboli quanto più tendono la mano. Due anni fa ero vicino a Sderot, al confine, con altri ragazzi da tutto il mondo e chiedevamo a Hamas la pace per dare una speranza ai bambini israeliani e palestinesi indistintamente. In questa guerra i cattivi ci sono, quelli che amano la morte più della vita. Aiutate le vittime di questo conflitto, non mischiateli con gli adoratori della morte e della distruzione. Spiegate agli italiani quello che accade, se non fossi qui, se non vedessi con i miei occhi, leggendo gli ultimi articoli pubblicati sul Corriere, non potrei nemmeno immaginare.

Fate un favore a noi, a loro, a voi stessi e ai lettori: raccontate la verità.

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